La Paura
Mi hanno chiesto consigli per le paure interiori. Mah.
La paura è una sensazione naturale negli umani, animali, piante.
Un allarme che ci spinge a proteggerci dai pericoli.
Se abbiamo paura del vento ci ripariamo, le palpebre si chiudono. Se il vento è forte offriamo meno resistenza sdraiandoci a terra o legandoci a qualcosa che ci trattenga. Pericolo esterno.
E interiore? Ho paura di essere lasciato, ferito, deriso. Anche qui posso proteggermi arretrando, mimetizzandomi, lottando.
Può essere però non così individuabile.
Quando ho ansia so di cosa ho paura, posso riconoscerlo?
A volte no, diciamo “sono ansioso” come se non ci fosse un motivo, anzi possiamo proprio affermarlo “così, senza motivo”.
La prima cosa è riconoscere l’origine dell’allarme.
Qualcosa che abbiamo percepito senza dare il giusto credito. Per sfiducia del nostro sentire o timore di non saper affrontare.
O un’evocazione di paure umane basiche, della morte, dell’abbandono, della solitudine, del buio...
O anche una connessione, una sorta di elastico che ci riporta a pericoli vissuti tanto tempo fa...
La paura” dice Krishnananda “è un tema centrale con cui tutti abbiamo a che fare nella vita. Quando è negata e non è riconosciuta, viene cacciata negli scantinati della nostra mente, da dove esercita un effetto potente e spesso deviante sulla nostra vita. Nonostante i nostri sforzi di coprirla con ogni sorta di compensazioni e assuefazioni, finchè rimane una forza nascosta può causare ansia cronica, sabotare la nostra creatività, renderci rigidi, sospettosi e ossessionati dalla sicurezza, e può annullare i nostri sforzi di trovare l’amore.
Le paure interiori sono oscure, misteriose, profonde.
Dare loro un nome può diventare la parola magica che, come nelle favole e nelle antiche tradizioni, ci consente di farle emergere e affrontarle.