Cherofobia? una riflessione sulle fobie
Una parola inventata, un neologismo che non fa parte della tradizione della lingua italiana , né della classificazione delle fobie.
Le fobie sono intense paure o avversioni che si manifestano in modo vistoso di fronte a qualcosa che non costituisce pericolo in sé o in condizioni di sicurezza, animali , condizioni spaziali (claustrofobia, paura di spazi chiusi o agorafobia, paura di spazi aperti), e ancora fobia dello sporco, del sesso, delle statue e tanto altro.
Nelle fobie la persona sa di aver paura, dell’altezza, di un insetto, ecc.
Nella dinamica psichica l’oggetto temuto è il rappresentante di qualche altra cosa, più profonda, di cui la persona non ha evidenza.
Per quanto riguarda la felicità, una persona raramente avverte paura, avversione per questo sentimento, tutt’altro.
Spesso ne è attratta, ma non la può avere, è un anelito e, a volte, quando sta per raggiungerla, gli sfugge; come Sisifo, punito dagli dei a spingere un grosso masso fin sulla cima di un monte e a vederlo rotolare giù e a dover riprendere l’immane e inane fatica .
La paura della Felicità
Incessantemente. La paura della Felicità si attua nel non abbandonarsi a Lei, nel resistere, nel non lasciarsi andare, come può succedere a ognuno nei confronti di Suo fratello, l’Amore.
C’è un’idea di dover perseguire qualcosa di difficile raggiungimento. Tante le possibili “ cause” : sentimenti di indegnità, punizioni verso se stessi, inconsce, che prendono la forma di idee, paura della delusione, paura che la felicità finisca e che la fine porti nuove, più gravose sofferenze.E tanto altro.
La felicità è uno stato naturale...e anche l’infelicità.
Come la luce del giorno e il buio della notte.
Vivendole entrambe possiamo essere felici.